La meraviglia dell'acquatinta
Le
uniche cose che mi consolavano durante le prime lezioni di incisione
erano l'incredibile vista dalla finestra dello studio e la pazienza
del Maestro.
E
tutta quella perdita di tempo, poi ! Ore ed ore passate a levigare
quelle lastre di zinco che, come diceva il Maestro, dovevano
diventare "a specchio".
la porta che dà sul mio studio |
Ma perché farlo quando si potevano trovare in commercio lastre già perfettamente levigate e lucide?
Beh, perché c'è bisogno di tutto quel processo preliminare lento e noioso che fa capire ad obiettivo raggiunto, che te lo sei veramente meritato, il risultato.
Forse col tempo sto migliorando, perché mi sento più paziente e determinata.
In passato, nel disegno e in qualsiasi forma artistica, sono sempre stata più istintiva e decisamente poco paziente.
Se c'è un settore dell'incisione in cui questa virtù è assolutamente necessaria, questo è quello dell'acquatinta.
Pur essendo una tecnica complessa, i risultati che si possono avere sono sbalorditivi. Certo non sto parlando di opere di Goya, ma di piccoli esperimenti di acquatinta gradevoli.
Se con l'acquaforte siamo in grado di ottenere dei grafismi netti sulla carta e i chiaroscuri sono dati dagli incroci dei segni più o meno fitti sulla matrice, con l'acquatinta si possono realizzare una miriade di sfumature che assomigliano a morbide pennellate.
"Fruttiera" , acquatinta con inchiostro sanguigna |
In genere per realizzare questi chiaroscuri si utilizza la polvere di bitume o colofonia, o addirittura anche delle vernici spray. Si scalda la lastra in modo che queste polveri aderiscano perfettamente in fase di acidatura e si coprono le aree che si vogliono lasciare bianche con della vernice.
Ecco la stessa lastra inchiostrata con inchiostro nero:
"Fruttiera", acquatinta stampata con inchiostro nero |
Qual'è la stampa più interessante? Quella più tradizionale in nero, oppure quella sanguigna?
A voi il giudizio!